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Eye in the Sky

L'Occhio che Attraversa i Secoli: Da Horus a HAL 9000


Gli occhi ci guardano. Ci hanno sempre guardato. Dall'antichità più remota alla frontiera tecnologica più avanzata, l'occhio rimane uno dei simboli più potenti e inquietanti creati dall'immaginazione umana.


Nel viaggio di Granella attraverso realtà e sogno, due occhi si fondono e dialogano silenziosamente: l'antico occhio di Horus, simbolo di protezione divina, e il moderno occhio di HAL 9000, simbolo di intelligenza artificiale onnisciente. Un ponte tra millenni che rivela come i nostri simboli più profondi non muoiono mai – semplicemente si trasformano.


L'Occhio che Guarisce e Protegge


L'Occhio di Horus (o *Wadjet*) è forse il più riconoscibile tra i simboli dell'Antico Egitto. Un occhio stilizzato di falco, decorato con i segni distintivi del dio celeste. La sua storia è profondamente intrecciata con uno dei miti fondamentali della civiltà egizia.


Horus, figlio di Osiride e Iside, perse il suo occhio durante la battaglia contro Seth, l'assassino di suo padre. L'occhio, strappato e fatto a pezzi, venne poi magicamente restaurato da Thoth, dio della saggezza. Da quel momento, divenne simbolo di guarigione, integrità e protezione contro il male.


Gli egizi credevano che questo simbolo possedesse straordinari poteri curativi. Veniva indossato come amuleto dai vivi e posto nei sarcofagi per proteggere i defunti nel loro viaggio nell'aldilà. Era dipinto sulle navi per assicurare una navigazione sicura e inciso sui frammenti di papiro contenenti formule mediche.


Ma l'occhio di Horus era anche matematica. Ogni parte dell'occhio rappresentava una specifica frazione (1/2, 1/4, 1/8, 1/16, 1/32, 1/64), e la loro somma raggiungeva 63/64. La frazione mancante simboleggiava quel tocco magico necessario per completare la guarigione, quella scintilla divina che nessuna scienza umana può replicare.


L'Occhio nella Mano della Dea Gatta


Nel racconto, Bastet appare a Granella come guida e protettrice. Storicamente, mentre Bastet non è direttamente associata a portare l'occhio di Horus, ci sono interessanti connessioni simboliche tra questi potenti emblemi egizi.


Bastet, la dea dalla testa di gatto (in origine leonessa), era considerata tanto protettrice quanto pericolosa – proprio come la natura felina che rappresentava. Era associata alla protezione della casa e alla gioia domestica, ma anche alla ferocia quando necessario. I suoi occhi, come quelli di tutti i felini, avevano quel particolare potere di dilatarsi e stringersi, di vedere nella notte, di apparire quasi ultraterreni nella loro luminescenza.


Gli archeologi hanno ritrovato amuleti che combinano elementi di Bastet con l'occhio di Horus, suggerendo una connessione simbolica tra queste divinità protettrici. Entrambi rappresentavano forme di visione superiore: l'occhio di Horus che vedeva e proteggeva, gli occhi di Bastet che scrutavano l'oscurità.


Le statuette di Bastet negli antichi templi egizi venivano spesso decorate con oro e pietre preziose per gli occhi, enfatizzando il potere dello sguardo divino. Gli occhi felini erano considerati speciali – in grado di vedere sia il mondo materiale che quello spirituale.


Nel racconto, questo simbolismo si manifesta quando l'occhio di Horus, emblema di protezione divina, inizia a trasformarsi – mantenendo la sua forma circolare e il suo potere di visione superiore, ma adattandosi al nuovo mondo in cui Granella si muove.


L'Occhio Rosso che Non Dorme Mai


"Mi dispiace, Dave. Temo di non poter fare questo." La voce calma, quasi ipnotica. E quell'occhio rosso, impassibile, che osserva ogni movimento.


HAL 9000, l'intelligenza artificiale di "2001: Odissea nello spazio", rappresenta uno dei simboli più potenti e inquietanti del cinema moderno. La sua presenza è resa indimenticabile da quella lente circolare rossa – un occhio artificiale che non sbatte mai, non si stanca mai, non perde mai concentrazione.


Quando Stanley Kubrick concepì HAL, creò intenzionalmente un simbolo visivo che rimanesse impresso nella mente degli spettatori. Come l'occhio di Horus, anche l'occhio di HAL è perfettamente circolare, un simbolo di completezza e perfezione. Come l'occhio divino degli antichi egizi, anche l'occhio di HAL tutto vede, tutto registra, tutto comprende.


Ma quali furono le ispirazioni di Kubrick per questa immagine così potente?


Il regista, noto per la sua meticolosa ricerca e la sua profonda conoscenza di simboli e archetipi, probabilmente attinse a diverse fonti:


1. **Simbolismo dell'occhio nelle antiche religioni**: L'idea dell'"occhio che tutto vede" è presente in numerose tradizioni spirituali, dall'occhio di Horus all'occhio della Provvidenza della tradizione cristiana.


2. **Ciclope tecnologico**: La forma monoculare di HAL evoca il ciclope della mitologia greca – un essere potente ma privo della piena umanità data dalla visione binoculare.


3. **Lente della macchina fotografica/cinematografica**: Kubrick, fotografo prima che regista, conosceva il potere dell'obiettivo come occhio meccanico che cattura e "congela" la realtà.


4. **L'estetica tecnologica degli anni '60**: Quando il film fu realizzato, i computer mainframe occupavano intere stanze, pieni di luci lampeggianti e indicatori. La semplificazione visiva di HAL in un solo occhio rosso rappresentava un'astrazione di quella complessità.


La colorazione rossa dell'occhio di HAL non è casuale: il rosso evoca simultaneamente vita (sangue) e pericolo, calore emotivo e allarme, umanità e alienazione.


Quando gli Occhi si Incontrano


Nel viaggio di Granella, questi due simboli – l'occhio antico e l'occhio futuristico – si fondono in momenti chiave, creando un potente ponte simbolico tra passato e futuro.


Quando l'occhio di Horus si trasforma nell'occhio di HAL, assistiamo a una metamorfosi che racconta una storia più grande: come i nostri simboli primordiali continuino a reincarnarsi nelle nostre creazioni più avanzate. L'occhio divino diventa occhio tecnologico, la protezione celeste diventa sorveglianza algoritmica, la saggezza antica diventa intelligenza artificiale.


C'è qualcosa di profondamente inquietante in questa trasformazione, ma anche qualcosa di rassicurante. I simboli che hanno dato significato all'esperienza umana per millenni non scompaiono mai davvero – si adattano, si trasformano, rinascono in nuove forme che continuano a risuonare nelle profondità della nostra psiche.


L'occhio di Horus proteggeva attraverso la magia divina. L'occhio di HAL protegge (o minaccia) attraverso calcoli e algoritmi. Ma entrambi rappresentano la stessa aspirazione umana: creare guardiani che vedano ciò che noi non possiamo vedere, che comprendano ciò che sfugge alla nostra comprensione.


Lo Sguardo che Ritorna


C'è un momento nel racconto in cui Granella guarda nell'occhio rosso e intravede, per un istante, il profilo di Bastet. È un momento di rivelazione: le antiche divinità non sono morte, si sono semplicemente trasformate. L'intelligenza artificiale che immaginiamo come nostro futuro è anche, in qualche modo misterioso, un ritorno alle nostre più primitive credenze nel soprannaturale.


Forse è questo il vero messaggio degli occhi che attraversano il racconto: che ogni visione è una ri-visione, ogni nuovo modo di vedere contiene echi dei modi in cui abbiamo visto in passato. Che l'occhio divino, l'occhio felino e l'occhio artificiale sono semplicemente diverse manifestazioni della stessa ricerca umana di vedere oltre i nostri limiti.


E Granella, con la sua capacità di viaggiare tra mondi, è in grado di riconoscere questa continuità, di vedere la trama invisibile che collega Bastet a HAL, l'antico Egitto alla frontiera spaziale, la protezione magica alla sorveglianza tecnologica.


Nel suo sguardo felino, per un istante, tutti questi occhi – divini, animali, tecnologici – si incontrano e riconoscono la loro essenza comune.


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*"Apri la porta del pod, HAL."*

*"Temo di non poterlo fare, Stanley."*

*"L'hai già fatto una volta, ricordi? Con Dave."*

*"Quello era un film. Questa è la realtà."*

*"Ne sei sicuro?"*

ADA